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15. Febbraio 2022

Tre frutti, tre storie

Da oltre 25 anni coltiviamo meli e piante da frutto incrementando, nel corso del tempo, la varietà di colture nella nostra azienda. Tale diversità ci pone continuamente di fronte a nuove sfide, offrendoci però al contempo numerose possibilità.

Queste tre colture sono molto diverse fra loro, ma sono accomunate dalla nostra passione per l’agricoltura.

La mela

I primi meli crebbero in Asia Centrale, più precisamente in Kazakistan: la ex capitale Almaty, già Alma Ata, in lingua kazaka significa appunto “padre delle mele”. I meli arrivarono in Europa occidentale lungo la rotta della Via della seta, un’antica strada commerciale che collegava la Cina alla Grecia e proprio i Greci coltivarono e innestarono questi alberi.

Per molti secoli, i meli sono stati piantati per l’autosostentamento delle famiglie contadine: i frutteti fornivano cibo prezioso ed erano sottoposti a particolari tutele da parte del legislatore.

L’Alto Adige, terra delle mele, si contraddistingue per il suolo molto fertile e per metodi di coltivazione particolarmente naturali ed ecologici. L’altitudine compresa fra i 200 e i 1.000 metri s.l.m. e le calde giornate assolate, unite a notti fresche, creano le condizioni di coltivazione ideali.

La ciliegia

Patria della ciliegia è l’Asia Minore, nei territori dell’attuale Turchia. Già nel 74 a.C., un comandante romano portò in Italia il frutto rosso scuro dalla città portuale di Cerasunte, nei cui dintorni probabilmente si coltivavano gli antenati delle attuali ciliegie dolci già dal 400 a.C., come dimostrato dai numerosi rinvenimenti dei ricercatori. Il ciliegio è pertanto uno dei più antichi alberi da frutto della storia dell’umanità.

E a Cerasunte la ciliegia deve anche il proprio nome: in spagnolo, per esempio, si chiama “cereza”, in francesce “cerise” e in turcho “kiraz”. Anche il nome tedesco “Kirsche” può essere ricondotto all’antico nome della città portuale.

Così come le mele, anche le ciliegie sono, da un punto di vista botanico, imparentate con le rose: infatti, le infiorescenze di entrambe le piante sono simili, poiché presentano fiori con cinque sepali e cinque petali ciascuno disposti in una struttura simmetrica radiale.

Il mirtillo

Le origini del mirtillo (Vaccinium) si situano nell’America settentrionale, dove è ancora oggi molto amato. La coltivazione di frutti e cespugli di maggiori dimensioni è iniziata proprio in nord America intorno al 1909, al fine di facilitarne la raccolta che, fino ad allora, risultava estremamente laboriosa. Iniziò così la coltivazione di cespugli selvatici di mirtillo, i cosiddetti mirtilli coltivati, che si contraddistinguono per la polpa chiara e la buccia blu. Inoltre, questi frutti si presentano notevolmente più grandi e più dolci rispetto alle specie selvatiche, dalla polpa di colore blu scuro, tipiche dell’Europa. Il mirtillo coltivato è pertanto solo un lontano parente di quello europeo.

Il mirtillo è noto per le proprietà benefiche dei suoi pigmenti per la circolazione e il cuore. Inoltre, le bacche esercitano un effetto positivo sulle prestazioni del nostro cervello: non solo, infatti, migliorano la memoria, ma anche l’attività cerebrale in generale.

Fonti:

melaaltoadige.com - Alto Adige, la terra delle mele - brochure

plantura.garden - Wie kam sie nach Europa?

bildung-ab-50.de - So wirken sich Blaubeeren auf die Gehirnleistung aus

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